La pandemia si è abbattuta nella post-modernità come un macigno piombatoci sul capo, ha sferzato le nostre resistenze psichiche, ha reso instabili i legami, mettendo a dura prova le speranze dell’ “uomo estetico” del nostro tempo. In tempi di pandemia, in una situazione di perenne instabilità, l’uomo ha decretato la morte dei rimedi spirituali, per buttarsi sui più confortevoli piaceri della vita, più negozi meno chiese, più acquisti meno preghiere, in fondo è molto “utile” nutrire la disperazione della gente narcotizzandola più di superficialità che di sacrificio, che dava un senso profondo e salvifico alle croci quotidiane. Complice la maggior parte degli uomini di Chiesa la parte spirituale dell’uomo non è più nutrita, rinforzata. Molto più utile proporre ai fedeli l’uso della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale. Una saracinesca si è chiusa, il “pane quotidiano” di cui l’uomo necessita e la speranza di ricongiungersi un giorno con Dio non sono più esigenze primarie. “Se Dio non esiste, tutto è permesso”. Bisogna dare significato alla realtà, rendendo giustizia a chi l’ha creata. Varchiamo i sagrati delle chiese, rinfranchiamoci i sensi con le bellezze artistiche e le volte rinascimentali, gotiche, barocche, sgraniamo il Santo Rosario e dichiariamo guerra a “questo tempo”, uniti su un fronte comune, quello dell’ essere contro il divenire. Invece la nostra civiltà in declino ha sostituito tutto con una “nuova religione”  ribattezzando e occupando le vecchie feste popolari: così come il “Sol Invictus” romano divenne “Il Natale”, le “Ferie di Augusto” divennero l’Assunta, la vigilia del Giorno del Ringraziamento diventa il Black Friday, la festa specifica del culto capitalistico consumista. La religione capitalistica sta dunque facendo col cristianesimo quello che esso aveva fatto in passato con i culti della civiltà pagana romana. Prima ha occupato le feste natalizie cristiane con Babbo Natale  ed ora ne sta introducendo di nuove. Tra queste la più potente è quella che si è festeggiata lo scorso venerdì in tutto il mondo, in tutte le latitudini, da uomini e donne, bimbi ed anziani, che oltrepassa tutte le barriere culturali e politiche. La promessa della salvezza eterna del cristianesimo è stata sostituita dallo sconto, più a portata di mano del Paradiso e del Purgatorio. Come se il consumo fosse tutto uguale, come se i beni fossero tutti uguali, come se non ci fossero beni privati, beni pubblici, beni comuni, beni spirituali, come se i beni non avessero un’anima. Allora tutti a spendere, chi non consuma blocca la crescita frenando le virtù del consumismo, Dio e motore del nostro assurdo ed incomprensibile tempo.

                Vittorio Camacci