La politica dovrebbe essere animata da un grande spirito di carità. Nel senso che chi la fa dovrebbe decidere di vivere non solo per se stesso o per la propria famiglia ma anche per la comunità in cui opera. Così dovrebbe dedicare il suo tempo libero a studiare i problemi della cittadinanza organizzandosi per risolverli. La critica più ricorrente a chi fa il consigliere comunale o il sindaco di un paese è : “pensi più ai tuoi problemi che a quelli degli altri” . Insomma si accusano i nostri politici di pensare più a migliorare la propria condizione di vita o di fare i propri interessi personali invece che mettersi al servizio del bene comune valutando, nel modo appropriato, cosa fare  per migliorare il benessere dei propri concittadini. Il 2020 è stato un anno orribile per la salute di molti ma altrettanto orribile per le tasche di tutto il nostro paese e della nostra nazione. Oggi la politica non ammette più errori, deve essere una delle forme più alte di carità, impegnata ossessivamente alla ricerca del bene comune. E’ questo il senso più alto e nobile di essa. Al contrario in questi giorni assistiamo al solito “mercimonio dei voti” tra le famiglie patriarcali, i potentati locali ed i candidati elettorali. Pur non volendo entrare nel merito, prettamente di carattere politico, che a me non interessa, sembra opportuno fare alcune considerazioni sia di tipo comportamentale, sia di carattere etico. Certamente in guerra ed in amore tutto è lecito ma mai avrei pensato che la libertà di voto e di pensiero sarebbe stata usata a solo vantaggio personale di alcuni. Il cambio di casacca, per stare in ambito calcistico, è cosa sempre avvenuta nella storia della politica del nostro comune ma ciò che avviene in questi giorni è sconcertante. E mentre nei tempi passati certi atteggiamenti sarebbero stati stigmatizzati, in questa circostanza vengono osannati ed esibiti quasi con vanto attraverso motivazioni più o meno opinabili. La realtà inconfutabile e che con tali scelte si tradisce l’impegno verso il bene comune a favore dei soliti noti. Tutto ciò porta al disfacimento della comunità ed anche alla piccola dittatura oligarchica che non mette in atto e non rende possibile i programmi elettorali promessi. Se poi a questo si aggiunge che una buona percentuale di candidati sono vecchie facce, da più mandati, è facilmente intuibile che ormai si è creato un sistema oligarchico collaudato e radicato in modo conservativo. L’azione politica nostrana non ha, ormai, principi morali e tiene poco conto del carico di responsabilità a cui va incontro. Essa ha dimenticato che dinanzi a esigenze etiche, fondamentali ed irrinunciabili, è in gioco qualcosa più importante della poltrona, la salvezza della comunità. Tra le nostre montagne i gesti di vigliaccheria non sono mai mancati e vanno a braccetto con ipocrisia, ignoranza, arroganza, prepotenza. Ma non vedete che le nostre macerie ed i nostri morti soffocano, gridano, piangono ininterrottamente il proprio dolore, purtroppo spesso causato dagli uomini. Per colpa di questi carnefici ne fanno le spese i deboli, gli ultimi, gli innocenti. Le vittime più facili che non sanno e non possono difendersi ma che, piuttosto devono subire, in un paese dove ormai spesso regna una subdola omertà che inevitabilmente si fa, a suo modo, complice di tanta ingiustizia.  E’ assolutamente necessario, pertanto, tornare a coltivare una grande sensibilità per il bene comune cercando di rendere meno diseguale la collettività, pensando innanzi tutto ai più deboli, ai più poveri, alla politica sociale, ed a quella dell’integrazione, ma anche alle famiglie, alla scuola, alla vita, all’ educazione, all’ assetto urbanistico, alla sanità, alla vivibilità ed al recupero del territorio. La verità politica deve essere sinonimo di lealtà, nelle parole, negli impegni presi e nei comportamenti, essa, infatti, domanda che ci sia piena coerenza tra le promesse elettorali ed i progetti messi in cantiere. Basta con le inevitabili promesse illusorie, basta con i si a cui non seguono i fatti, basta ad illudere il popolo della montagna. Un politico non deve solo guardare alle elezioni ma anche alle future generazioni. Bisogna amministrare non con i sotterfugi e gli intrighi ma con onestà, verità, amore, giustizia e competenza. Il riconoscimento di questi valori è irrinunciabile e non negoziabile per ridare un futuro al nostro territorio. La morale, infatti, non è mai contro ma sempre e solo per il singolo uomo e per il suo bene. Occorre pertanto ripensare in termini civili ad un’antica onestà intellettuale , intesa come capacità di riconoscere ciò che è giusto e vero. Bisogna confrontarsi, lavorare, pensare, progettare e operare con tutti, senza scappatoie, senza alibi, alla ricerca di soluzioni comuni per il bene del nostro territorio. Arriverà il momento in cui tutto sarà reso palese ed allora gli ingenui avranno un amaro risveglio, chi è stato un fedele asservito, un mercenario che ha assecondato il sistema marcio e corrotto crederà di avere un futuro privilegiato rispetto agli altri. Scorderà facilmente che sono stati oppressi i deboli per proteggere i forti, che sono state raccontate falsità per manipolare le menti dei profani, che sono state calpestati i diritti essenziali come la parità sociale, la dignità e l’uguaglianza. Voi sarete i primi ad essere sacrificati dai vostri amati padroni, in quanto voi per loro siete solo uno strumento e come tutti sarete gettati via quando non servirete più.

                Vittorio Camacci