“Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri”

Tanti anni fa, in pieno inverno, per circa tre settimane piovve ininterrottamente,  sgelando improvvisamente la neve che fino ad allora aveva coperto le Coste di Trisungo, chi poteva permetterselo rimaneva in casa al caldo. Mentre era impegnata nelle faccende domestiche, una massaia del paese in riva al Tronto udì un forte boato provenire dalle Manzarecce. Istintivamente volse lo sguardo all’esterno, attraverso la finestra del balcone da cui godeva un’ampia veduta delle Coste. Di fronte ai suoi occhi si presentò qualcosa di incredibile, dalla sommità delle Manzerecce, sulla sinistra orografica del Fosso della Madonna, si era staccato un pezzo di montagna che aveva trascinato nella caduta terra, enormi massi, piante ed arbusti. Era una massa enorme che scivolava proprio in direzione della chiesa con al centro un enorme macigno che sembrava galleggiare nel fango. La donna rimase basita non riuscendo neanche a gridare o dare l’allarme. Capì che il paese era in pericolo e si rischiava un’enorme tragedia. Poi come per incanto successe qualcosa di straordinario, tanto che, sulle prime, l’occasionale spettatrice non credette ai propri occhi, assistendo ad una scena che non dimenticò mai più per il resto dei suoi giorni. Dal nulla, nel vuoto, apparvero due ombre, sembravano quasi delle nuvole, dalla forma umana ed animata, assomigliavano a due persone vive e vegete, una comparve a destra e l’altra a sinistra della massa che stava precipitando. Entrambe sostenevano l’enorme roccia, nucleo centrale della frana, nonché pericolo principale per il rione Ponte, e ne rallentarono la caduta. Una delle due figure assomiglia alla Madonna delle Grazie, custodita nella chiesa madre e l’altra a San Francesco d’ Assisi. “Madonna mì! Ma che mi succede? “Pensò la donna: “E’ tutto vero o è un’illusione!” Ciò dicendo non riuscì a staccare gli occhi dalla scena. Intanto, il macigno continuava a cadere, anche se lentamente perché sostenuto dalle due figure, fino a che persa velocità si depositò sull’ ampio terrazzo coltivato, ricco di vigne pecorino, sulla destra orografica del Fosso della Madonna, senza creare distruzione e danno al paese. Tutto durò pochi secondi che alla donna sembrarono un’eternità. Istintivamente essa corse in strada ed incontrò altri paesani che avevano udito il frastuono. Corsero nella vigna ai piedi della Pera e videro il masso al centro della frana tra zolle, arbusti, alberi e pietre venuti giù dalla costa delle Manzarecce. Ora tutto era finito, come un attore principale il masso giaceva al centro della scena placidamente poggiato per terra, ancora tutto intero ma inoffensivo. Avrebbe potuto fare una strage invece si era fermato in quella vigna. Come obbedendo ad un istinto primordiale la donna s’inginocchiò, gli altri la imitarono immediatamente cominciando a pregare la Madonna delle Grazie per lo scampato pericolo. Successivamente tutti insieme raggiunsero la canonica ed informarono il parroco del fatto avvenuto. Il religioso rimase basito ma per prudenza non espresse opinioni in merito e si chiuse in un rigoroso silenzio. Sicuramente non dette troppo peso al racconto della sua parrocchiana e non riferì nulla alle autorità ed al suo vescovo, forse per rimanere lontano dal clamore che la notizia avrebbe generato e far rimanere il piccolo paesino nella quiete della montagna. Pochi giorni passarono è l’evento fu comunque sulla bocca di tutti per diventare oggetto di discussione in tutta l’alta valle del Tronto. Purtroppo, il riserbo del vecchio prete, non formalizzò il miracolo e lo scorrere del tempo e delle stagioni fece svanire la leggenda del ” Masso della Madonna delle Grazie e di San Francesco “. Miracolo che non si ripetette molti anni più tardi, in una notte d’ aprile del 1959, quando dopo giorni ininterrotti di pioggia un grosso masso si staccò dalla sommità della Pera e trascinò via l’ultima casa del paese, che si trovava dopo l’odierna casa Giacobetti, sotto la vecchia Salaria verso Borgo D’ Arquata. Tutti gli uomini di Trisungo per ore scavarono con la speranza di trovare qualcuno in vita. Purtroppo il “Miracolo del Masso ” non si era ripetuto ed il Signore con le sue schiere angeliche richiamò a sé un’intera famiglia: Ottavio Schiavoni, la moglie Lucia ed i figli Ezio (12 anni), Orlando (10 anni), Filippo (8 anni) e Maria (6 anni). La piccola fu trovata che stringeva in mano una bambolina di pezza. Altri due figli: Franco e Luigino, si salvarono perché in quel periodo lavoravano in un ristorante della capitale. Dalla saggezza dei nostri avi abbiamo imparato che le vie del Nostro Santissimo Salvatore Gesù Cristo sono imperscrutabili ma Dio è sempre capace di sorprenderci perché noi poveri peccatori non sappiamo vedere al di là del nostro naso, non sappiamo cogliere i segni della sua presenza e siamo ciechi di fronte alla sua generosità.

“Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e investigabili le sue vie”.

         Vittorio Camacci