L’ Alta Valle del Chiarino custodisce tanti segreti, come i ruderi del monastero dedicato a San Michele Arcangelo. Qui si percepisce una strana energia, qui si vede bene il cielo, qui culti antichi veneravano gli spiriti della montagna. Oggi i resti dell’ Eremo di Sant’ Amico si trovano su un antico balcone naturale che affaccia sulla Valle del Chiarino. Perché Sant’ Amico, Sant’ Adelfia, San Petrone costruirono qui il loro eremitaggio, perché lo dedicarono a San Michele Arcangelo? La risposta si trova all’ interno di questa antica preghiera : << Io sono l’ Arcangelo Michele è sono sempre alla presenza di Dio, la caverna è a me sacra, è una mia scelta. Io stesso ne sono vigile e custode. la dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini. Quel che sarà chiesto nella preghiera sarà esaudito >>. Sant’ Amico era arguto, saggio e ben istruito, non giunse qui a caso ma seguì le precedenti storie di tanti eremiti che avevano cercato rifugio tra le cavità di queste montagne. Una volta giunto qui, egli sicuramente respirò a pieni polmoni l’ aria frizzantina del posto e osservò la splendida porzione di cielo sopra la sua testa per poi seguire in un disegno ben preciso qualcosa di grande e misterioso che lo ispirava mentre costruiva con poche pietre, in quest’ angolo di Appennino, il suo rifugio. D’ altronde egli aveva deciso di dedicare la sua esistenza alla predicazione ed al lavoro facendo opere di servizio al prossimo. Tentando nobilmente e pacificamente, senza creare divisioni e violenze, di riformare la Chiesa combattendo i primi violenti movimenti pauperistici, gli scismi, con l’ amore per il prossimo, per i poveri, gli emarginati, i lebbrosi, soprattutto non facendo distinzione tra uomini, donne, amando ogni cosa che facesse parte della creazione, la natura e gli animali. Un ” Illuminato ” che anticipò la vita e le opere di San Francesco di Assisi, vissuto tre secoli dopo. Nei pochi affreschi a noi pervenuti egli è vestito con l’ abito bianco e marrone dell’ ordine cistercense. Tale ordine aveva origini borgognesi, dove era molto seguito il culto di San Michele, non solo come espressione del “Comandante delle Schiere Celesti” , vincitore di Satana, ma anche accompagnatore di anime, strada, scelta, via da seguire. Esso esprime la forza del sole, della rinascita, della libertà, del cosmopolitismo, dell’ intelligenza cosmica. Il suo nome ” MI-KA-EL” significa ” chi è come Dio ” . A San Michele è attribuito il titolo di Arcangelo, lo stesso di Gabriele ( Forza di Dio ) e Raffaele ( Dio ha curato ). ” Ora in quel tempo sorgerà Michele, il Gran Principe, che vigila sui figli del tuo popolo. Vi sarà un tempo di angoscia, come non c’ era mai stato dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque sarà scritto nel libro”. L’ eremo dedicato all’ Arcangelo Michele indicava la potenza spirituale del luogo emanata dalla grotta che Sant’ Amico riteneva << Casa Di Dio e Porta del Cielo >>. Sant’ Amico conosceva bene il libro dell’ Apocalisse : ” Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele ed i suoi angeli combatterono contro il drago. il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduceva tutta la terra, fu precipitato sulla Terra e con lui furono precipitati i suoi angeli “. Probabilmente millenni fa avvenne una grande battaglia nello spazio sovrastante il nostro pianeta. Gli uomini di allora avevano ancora poca coscienza ed i loro racconti avevano caratteri simbolici, in seguito essi persero il contatto diretto con il divino e si svilupparono le scuole misteriche e le religioni monoteiste. Per i credenti di allora il colpo di spada di San Michele colpì il drago con una forza talmente forte da segnare la superficie terrestre. Questa linea venne chiamata Linea del Drago, meglio conosciuta come linea di San Michele. Parte dall’ Irlanda e svolge la sua potenzialità fino in Palestina. Su tale linea sono stati edificati dei santuari, sempre dedicati all’ Arcangelo Michele, il santo che tiene a bada satana, ” le forze del drago “, per usarle in positivo e per lasciare liberi gli uomini di evolversi. La linea sacra è inoltre in perfetto allineamento con il tramonto del sole nel giorno del solstizio d’ estate. Il tracciato inizia a Skelling Micheal , ” Roccia di Michele ” dove San Michele aiutò San Patrizio a liberare la zona dai demoni. Il secondo santuario della linea si trova in Inghilterra a St. Michael’s Mount, un’ isola della Cornovaglia, dove San Michele apparve a dei pescatori nel 495. Prosegue poi sull’ isola di Mont Saint-Michel in Francia dove venne costruito un santuario dal vescovo Sant’ Auberto che esitante alle richieste dell’ Arcangelo Michele venne convinto da esso con una pressione del suo dito sulla fronte di Auberto che si svegliò con una cavità su di essa facendogli comprendere la verità dell’ ordine. A mille chilometri di distanza , in val di Susa, sorge la Sacra di San Michele che domina la cima del monte Pirchiriano. Intorno all’ anno mille il vescovo Annucone voleva costruire una chiesa sul monte Caprasio ma l’ Arcangelo Michele fece sparire la legna, ivi raccolta per la costruzione, facendola ricomparire miracolosamente sul monte Pirchiriano, indicando così al vescovo il luogo esatto della costruzione. Percorrendo altri mille chilometri sempre in linea retta si arriva in Puglia sul Gargano. Qui il santuario di San Michele vene costruito in seguito all’ apparizione dell’ Arcangelo a San Lorenzo Maiorano a cui indicò la caverna a lui sacra dove potevano essere perdonati i peccati degli uomini. Il santuario seguente si trova nell’ isola di Symi, in Grecia, e fu costruito intorno al 450 dove apparve in maniera miracolosa un’ effigie del Santo. L’ ultimo della linea si trova ad Haifa in Israele sul monte del Carmelo e fu fondato in epoca bizantina. Indubbiamente Sant’ Amico conosceva la potentissima linea energetica di San Michele che nelle nostre zone si trova esattamente a metà strada tra la Sacra di San Michele e San Michele Arcangelo del Gargano. Anche in quei tempi i pellegrini percorrevano la Via di San Michele, “da San Michele a San Michele” lo dicevano anche i pastori della transumanza, e più a sud seguì, qualche secolo più tardi l’ epoca di Sant’ Amico questo percorso anche l’ anacoreta-eremita Pietro da Morrone che divenne Papa Celestino V, il Papa del Gran Rifiuto. Tra le nostre montagne il percorso passava per vari santuari dedicati all’ Arcangelo, cercando di evitare le strade troppo trafficate e quindi troppo pericolose : da Spoleto transitava per Ferentillo, Gavelli di Sant’ Anatolia di Narco, Savelli di Norcia, poi attraversava il valico di Forca Canapine , scendeva lungo il fosso di Capodacqua, risaliva la Valle del Chiarino, passando per l’ Eremo di Sant’ Amico, dedicato appunto a San Michele Arcangelo, per poi proseguire sino al Vado di Annibale ( 2.119 m ). Da qui seguendo il ” tracciolino di Annibale ” si arrivava a Macchie Piane e da lì a Sant’ Angelo di Amatrice, percorrendo il tratto di una bellissima antica strada lastricata. In questo paesino, la chiesa di San Pietrone, dedicata a San Michele Arcangelo è una delle testimonianze più belle di questo percorso che transita anche vicino la fonte vecchia ed il secolare ” Cerro di Galloro “. La via di San Michele proseguiva poi nell’ aquilano per San Vittorino fino ai luoghi cari a Pietro Angelerio ( Lucoli, Villa Sant’ Angelo, Beffi, Roccasale, Pescocostanzo e giù fino al Gargano ). Le tracce dell’ antica Linea del Drago sono ancora visibili dallo spazio, un probabile raggio di forze sconosciute colpì con una potenza talmente forte da segnare in modo indelebile la superficie terrestre. Su questa potentissima linea magnetica, energetica, in allineamento quasi perfetto, su una direttrice ben definita, santi, eremiti, religiosi ed ecclesiastici ” illuminati ” costruirono luoghi di culto a San Michele Arcangelo: chiese, eremi, abazie, grotte dove si percepisce una forte spiritualità e dove si sprigionano forti energie magnetiche. Anche quello che accadde in Francia tra il 1.200 e il 1.250 conferma la straordinarietà di questa linea, quando in poco tempo si costruirono chiese particolari con uno stile fino ad allora sconosciuto. Nulla fu lasciato al caso a partire dalla loro disposizione sulla carta geografica. Infatti le cattedrali francesi dedicate a Notre Dame disposte sul terreno formano il disegno della Costellazione della Vergine posta proprio all’ interno della croce che si forma sovrapponendo la Linea del Drago con quella che da Santiago De Compostela passa per la cattedrale di Le Mans, di Chartres, di Reims, fino a raggiungere l’ abbazia di Hildesheim. Un dono d’ equilibrio tra la grande madre terra e la Vergine Maria in cielo. Equilibrio che ritroviamo anche sui nostri Sibillini con le Sette Chiese dedicate alla Vergine che viste dall’ alto ricalcano anch’ esse la costellazione della Vergine. Per capire e riscoprire questi luoghi e questi antichi percorsi è necessaria una nuova esperienza di pellegrinaggio, un cammino lento, sostenibile, fervido e consapevole che ci riporti ad un contatto diretto con la natura e la storia umana e mistica del nostro territorio. Sicuramente così conosceremo meglio anche noi stessi.
Vittorio Camacci