Oggi ho incontrato uno dei più grandi poeti nativo-americani, Lance Henson, nella lingua del suo popolo si chiama ” Tasso che cammina ” ed è stato tradotto in 25 lingue. E’ stato un onore conoscerlo personalmente ed ascoltare le sue poesie. Abbiamo anche avuto tempo di scambiarci reciproci pensieri e considerazioni. << Voi terremotati siete considerati come i corvi biblici, come ombre che camminano, come i popoli indigeni. Con il fenomeno del “land grabbing” ( accaparramento della terra ) la vostra comunità viene espropriata senza il suo consenso del suo territorio. I potenti speculatori vogliono mettere a tacere il vostro spirito indipendente. I sentieri della Madre Terra sono sacri e sono stati tracciati con il vostro stesso sangue e fanno parte del Cerchio Sacro che comprende tutti gli altri cerchi della vita : il cerchio delle fasi lunari, della fertilità della donna, delle stagioni ecc. ecc. Tutto nel mondo e nell’ universo è collegato. Prima che sia troppo tardi bisogna dire basta ! Basta con la distruzione delle forze che ci danno la vita. Basta con la distruzione dell’ acqua, dell’ aria, delle piante >>.

Questa è una poesia di Lance sul fiume :

PER BERTA CACERES

Non ha un nome il fiume… ha il suono del vento

e del chiaro di luna

è un sé che canta.

E’ una memoria lunga

priva di brame…

Pieno di invasioni umane

di umani attraversamenti…

… di incroci animali.

Riposa nei suoi movimenti essenziali

questo lo sa lo sciamano

E’ possibile che dentro un’ anima

canti un fiume.

Sei tu…

      Lance Henson

E questa è una mia poesia sul nostro fiume :

SUL LUNGO-TRONTO

Serenamente contemplo la tua corrente

hai sempre attirato la mia attenzione

sulle tue sponde sento forte il significato dell’ acqua che passa.

Sembra che tu abbia qualcosa di speciale da dirmi

con il tuo continuo passare rimanendo immutato,

con il tuo andarsene restando.

Oggi sei limpido e tranquillo

scorri quieto e senza incertezze.

Somigli alla mia vita, fiume che va al mare

finendo dove aveva bisogno di essere.

in fondo sono come te perché in prossimità della fine

sono a venuto a sapere del perché sono nato.

Tu sei fatto di tempo ed acqua

e ricordi il mio scorrere che ha visto passare migliaia di volti nel suo riflesso.

Tutti e due andiamo verso una meta

tu verso il mare ed io nell’ universo,

eppure essi non saranno mai pieni

perché tu evaporerai verso il cielo

ed io mi immergerò nell’ infinito.

Entrambi ritorneremo alle stelle.

            Vittorio Camacci