” Abbiamo perso tutti quando abbiamo iniziato a trattare gli onesti come dei fessi ed i disonesti come persone da rispettare”
Il
terremoto ha tre facce : una strutturale che distrugge le cose, una
interiore che colpisce l’ anima e l’ altra è ideale che si basa sulle
promesse ( false ), esso è ormai una questione politica dove i profitti
contano più delle persone, per questo si è pensato prima a realizzare
negozi e centri commerciali piuttosto che le case. Così si sono
disgregate le comunità, si sono create diseguaglianze familiari, si è
incrementata la strategia dell’ abbandono. ( Caro terremotato, se da qui
te ne vai per sempre e ti compri casa altrove, ti diamo un aiuto sotto
forma di contributo. Come alternativa puoi scegliere di rimanere qui a ”
fracicare ” dentro le casette marce per tanto tempo ancora. Ti offriamo
per il tuo bene questa sorta di buonuscita. Insomma cerca di levarti
dalle scatole che qui abbiamo altri programmi . Abbiamo già pronti i
nuovi piani ). Di fronte a questa piccola, grottesca ed arrogante
soluzione finale, a volte, ci si sente inutili, perché da solo non posso
cambiare le cose, ma penso che tutto questo vada comunque raccontato.
Mentre continuo a girare tra queste montagne, mentre ascolto le storie
delle persone che tentano ancora di vivere mi capita spesso di
commuovermi ed è molto difficile per me raccontare quello che sta
realmente accadendo. Ognuno ha il suo dolore ed il dolore non può essere
diviso in due, non si cancella una sofferenza con la comprensione e
tantomeno chiedendogli come sta ma con i fatti. Nel post-terremoto sono
stati fatti tanti errori, inevitabilmente quasi tutti i nostri borghi di
pietra stanno sparendo con le demolizioni ed è ormai delineata e chiara
l’ idea che non c’è alcuna certezza che li si ricostruirà. Questo,
ovviamente, all’ insaputa dei terremotati che ancora, in massima parte,
credono nella ricostruzione. Invece, bisogna farsi l’idea che, per il
Governo è stato conveniente costruire i villaggi SAE , dove far vivere
per un periodo approssimativo di 10 e più anni i cittadini, in gran
parte anziani, che possono anche morire in questo arco di tempo. Così,
in questo modo, non sarà più necessario e conveniente ricostruire
soprattutto perché non ci sarà quasi più nessuno per cui farlo. C’ è
solo un modo per raccontare e far capire questa tragedia, bisogna
affrontare con una certa dignità e una buona dose di coraggio tutte le
contraddizioni ed i dolori di questa terra perché il terremoto è
diventato una grande opportunità soprattutto per i politici che in
questa situazione caotica hanno assegnato lavori a ditte compiacenti
oppure hanno ” infilato ” amici e parenti nei posti pubblici messi su
per l’ emergenza ; per alcuni ” sciacalli ” che pagando tangenti si sono
assicurati commesse milionarie; per i pseudo-comitati cresciuti come
funghi con lo scopo di raccogliere beni e fondi senza controllo alcuno (
loro dicono di essere buoni e di farlo per noi invece hanno utilizzato
il nostro dolore per il loro tornaconto ). Il terremoto è stata anche
un’ occasione per rimettere in piedi aziende già alla frutta prima del
sisma, per gli amministratori locali che hanno approfittato
della visibilità data loro dalla catastrofe scalando così poltrone più
importanti e comode. Io credevo che qualcuno di loro fosse diverso e che
magari provasse quell’ angoscia che certe volte sembrava traversagli il
volto, minacciando di esplodere. E invece pensano tutti solo al loro
povero culo, sempre comodo e seduto su di una poltrona, come ogni altro
qualsiasi politico o burocrate italiano. Sono disonesti, presuntuosi,
ipocriti, cinici, arroganti, traditori incapaci e soprattutto dei
piccoli provincialotti. Insomma il tutto è diventato una grande
opportunità per molti, tant’è vero che qualcuno è venuto qui volutamente
a fare il ” falso ” terremotato a discapito di chi lo è veramente e non
ha la faccia di bronzo per chiedere ed implorare. Il mio comune ,
Arquata del Tronto, era formata da 13 frazioni, ognuna con un suo
dialetto, ognuna con le sue tradizioni. Un territorio montano peculiare e
circoscritto ma variegato con divisioni geografiche, morfologiche e
culturali. Insomma, un piccolo regno di diversità, unito soltanto da un
grande amore per la terra d’ origine e le tradizioni
contadine-pastorali. Vederlo oggi distrutto, dall’ istinto di persone
malevoli e malvagie che, per interessi personali hanno diviso la
popolazione e creato barriere sociali è disgustoso. Il terremoto non ha
solo distrutto interi paesi, polverizzato abitazioni storiche, portato
morte e dolore; ha diviso ancor più il nostro Comune, facendolo
diventare una pioneristica terra di confine con connotazioni politiche
antiche, medioevali. Ha creare questa nuova situazione sociale non è
stata la catastrofe naturale ma chi ha gestito tutto quello che è venuto
dopo. Le iniquità a cui abbiamo assistito, gli errori consapevolmente
commessi dalla nostra modesta classe dirigente, abilmente manovrata dai
potentati locali che hanno gestito abilmente a loro favore i movimenti
di beni e di denaro destinati invece a tutta la popolazione. Una
politica sbagliata, inadeguata ai tempi, legata ai voti dei ” clan ”
famigliari, sempre impegnata a compiacere il benestante, senza buonsenso
verso una giustizia equa, cieca davanti alla realtà e sorda di fronte
alle reali necessità della popolazione. Certo, i campanilismi sono
sempre esistiti nella nostra terra ma non si doveva mai arrivare a
questo, a scontri così duri, a odi così spaventosi. Coloro che hanno
fatto tutto questo sono persone immorali, con facce da ” culo ” e
dovranno assumersi la responsabilità di aver creato fratture sociali
insanabili. Approfittare di una disgrazia naturale per prendere vantaggi
economici e politici non solo è immorale ma è anche orribilmente
disgustoso. Essi dovranno rispondere delle loro malefatte non solo alla
legge divina ma anche a quella delle generazioni future, nelle quali
rimarrà la memoria di questo nefasto ed ignominioso periodo della nostra
storia, di questa nostra terra martoriata più dal disonore di certi
nostri concittadini che dalla natura.
Vittorio Camacci