Questa mia terra distrutta, stuprata, abbandonata,

non dalla Natura ma dai suoi figli degeneri.

Questa mia terra ferita, derubata, deturpata,

da quelli che vengono per guadagnarci.

Questa mia terra derisa, vessata, ingannata,

da coloro che decidono dall’ alto.

Questa mia terra denudata, torturata, storpiata,

da chi ha raccontato solo falsità.

Questa mia terra corrotta, stracciata, rovinata,

dal seme dell’ odio e della vendetta.

Sento in fondo al cuore

il dolore dell’ impotenza

della rabbia che si spegne

dell’ uomo ferito

ma prima di tutto dell’ inganno.

Non gioisco più delle tue bellezze,

dei tuoi declivi assolati,

della neve che scende leggera,

della pioggia battente sulle fronde,

dei tuoi inverni impetuosi e silenti,

delle tue estati fresche e ridenti,

delle notti buie brillanti di stelle,

dei tuoi giorni allegri e suadenti,

ma prima di tutto dell’ uomo sincero.

Abbiamo diritto su questa terra

alla vita, al profumo del pane,

ad un vino cordiale e verace,

all’ amore disinteressato,

ad una casa dignitosa,

a difenderci dagli invasori,

ad una donna semplice,

alla primavera fiorita e gioiosa,

alla liberazione dalla morte

e degli oppressori,

alla scomparsa dei traditori

e degli speculatori.

Vogliamo tornare a sorridere

a non aver paura del futuro.

Questa mia terra oggi tartassata

una volta era la superba Arquata.

     Vittorio Camacci