C’era una volta a Trisungo un vecchio pescatore soprannominato ” Circinitte” . Aveva un aspetto talmente buffo che al solo sguardo faceva ridere. Era così simpatico che veniva accettato da tutti ma nessuno sapeva perché dalla città era stato relegato a vivere qui sulle montagne, lontano da dove era nato. Di fronte alla casa dove abitava c’era il placido o turbolento, a seconda delle stagioni, fiume Tronto, da cui traeva sostentamento e poteva praticare la cosa che amava di più : pescare! Questo era forse l’ unico modo che aveva di sfogarsi ed interagire con qualcuno. A volte soffriva di solitudine ed il fiume era diventato suo unico compagno, tanto che spesso ci parlava. Durante una nottata estiva, particolarmente noiosa e triste, il vecchio pescatore sentì tremare la sua casa. Non capì subito che era il terremoto, un orribile mostro potente e cattivo che distrusse quasi tutte le case del suo paese d’ adozione e gli fece intraprendere un viaggio che lo portò in una città di mare. Per la prima volta nella sua vita visse quasi da signore. Si rivestì a nuovo ed ebbe una camera ed un letto d’ albergo tutto per se, colazione, pranzo e cena serviti a tavola. Circinitte ebbe anche un ultimo regalo dal cielo : il caldo abbraccio di una giovane donna, un ultimo desiderio esaudito che lo ha accompagnato fino alla fine.
” Quando hai vissuto tanto tempo in un posto, tu sei quel posto ! “
CIRCINITTE ( Primum vivere, deum filosofare )
Io non so qual’ è il tuo vero nome
Io non so come arrivasti qui
Io no so la causa della tua morte
Io non so dove ti hanno portato
Voglio ricordarti seduto con la canna in resta
e con le gambe ed i piedi freschi
mentre passi la giornata di pesca
non fai niente solamente peschi
ogni tanto dai tuoi sogni esci
davanti al fiume eterno
dal quale ricevi pesci
non fai niente? E’ inverno.
Beato te fantastico ” Piccolo Cerchio “
ora posi la canna e arrivi
ti mettono sotto un coperchio
non fai niente ? ma in cielo vivi.
Vittorio Camacci