Sono passati quasi due anni da quando la vita del nostro piccolo comune di 13 frazioni è stata sconvolta dal terremoto. Il quotidiano scorrere del tempo nel quieto di una valle di montagna si è fermato lì, in pochi secondi. E’ bastato un frastuono nella notte, una scossa violenta ed infine il silenzio più acuto. Poi tante macerie, cumuli di calcinacci, balconi piegati, muri crollati e una moltitudine di oggetti, di tutte le forge mischiati a questo sfacelo di polvere e pietra. Amici di sempre che hanno lasciato la vita in questa drammatica notte non ci sono più, molti non si sono dimenticati di loro perché si sono sentiti piccoli davanti a tutto ciò ed hanno capito quanto sono inutili le ambizioni di vanagloria e quanto sono superflui i capricci di ogni giorno. Allora hanno compreso che prima di ricostruire i paesi, bisognava rialzare le persone che avevano perso tutto oltre i loro cari. persone che avevano sacrificato i loro giorni per guadagnarsi quelle case, quel piccolo pezzetto di terra. Invece altri non hanno capito…, non hanno capito che c’era bisogno di umiltà, di amore, di sacrificio. Dopo aver vissuto attimi terribili davanti alla forza della natura bisognava capire quanto siamo piccoli in questo mondo. Bisognava scatenare la nostra ” forza”, non quella fisica che ti consente di alzare con le mani le pietre, ma quella delle persone che nonostante la distruzione che le circonda, continuano ad alzarsi ogni giorno dal letto di una tenda o di un albergo e credere in un futuro migliore. Loro hanno pensato che il terremoto fosse un’opportunità, hanno pensato che la loro intelligenza e scaltrezza superiore gli concedesse il privilegio di potersi accaparrare ciò che era per tutti. E così hanno messo in moto il loro mondo di piccoli ” potentati” , valvassori e valvassini hanno chiesto ricompensa per antiche fedeltà e hanno creato canali preferenziali destinati a chi poteva prendere ed avere il meglio. Hanno messo le mani negli aiuti, scegliendosi gli abiti più griffati e di valore, si sono ingozzati all’inverosimile in festini e bivacchi notturni, hanno scelto le sistemazioni più comode, si sono arricchiti con l’e-commerce solidale, hanno speculato sui bandi e sui fondi servendosi dell’aiuto di impavidi commercialisti, notai, agronomi, geometri, architetti, geologi privati loro complici. hanno indebitamente sistemato i loro figli e parenti nei posti di lavoro che le nuove opportunità post-terremoto hanno creato. Nel frattempo hanno anche avuto il tempo di farsi delle gitarelle gratis, delle belle vacanze gratis ed hanno avuto i loro cinque minuti di notorietà finendo anche per passare da eroi nei vari rotocalchi e nelle trasmissioni televisive di ” regime”. Abbiamo visto cose che nessuno avrebbe mai immaginato di vedere. Quelle immagini televisive e quei reportage, come in un effetto boomerang, hanno però reso indelebile uno spaccato delle nuove realtà socio-economiche che il terremoto ha delineato per le nostre terre, lasciando segni profondi, irreversibili, come lo sradicamento, l’impoverimento, l’emarginazione sociale e culturale delle persone più deboli. Hanno messo alla luce, negli occhi delle future generazioni; quei bimbi smarriti e spauriti del sima, di cui pare tutti si siano dimenticati, che le opportunità sono facili e che tutto deve essere preteso dal niente. invece le nuove economie richiedono abilità e passione per avere opportunità. Loro, i ” Furbetti del Comunino ” ci hanno così condannato al fallimento irreversibile perché solo gli astuti hanno un futuro … i furbi no, perché infine tutti i nodi vengono al pettine ed a primavera la neve si scioglie e lascia emergere gli errori di un lungo inverno carente di virtù. Comunque ieri i miei occhi hanno ricevuto speranze e lampi di luce quando i fantastici ragazzi della Ciurma di Certaldo hanno consegnato, in una bella atmosfera stile ” Fiera di Maggio “, ha 47 famiglie di Grisciano e Pescara del Tronto 402 galline, 47 sacchi di mangime, 2.000 piante da orto, 240 bustine di semi oltre a peluche e quaderni per i bimbi. Un aiuto concreto e reale, pollai che daranno uova genuine per la colazione… mentre altrove si tagliavano nastri e si portava ricchezza sempre ai soliti predestinati : cortigiani, dame e cavalieri dell’ ormai ” patetica” Corte dei Miracoli.

Vittorio Camacci